sabato 13 novembre 2010

Governare


Governare, ragionare politicamente è molto difficile e faticoso: occorre studio, coerenza politica capacità di gestione di realtà ed esigenze molto diverse. Occorre rispettare processi decisionali e patti interni ed esterni, quali quelli che si instaurano in alleanze e coalizioni. Occorre in altre parole una cultura di governo, un senso vasto e profondo dei bisogni del paese e delle sue istituzioni.



Rispetto alla guida di un grande partito moderato e all’attività di governo, la pratica dell’estremismo politico con il connesso spirito di corpo è molto più semplice, e forse più divertente. Per molti, la riduzione della complessità della vita sociale all’elementarità dell’istinto gregario è una forma di rassicurazione. Oltre a questo, lo spirito di gang è particolarmente attraente perché esercita una forte suggestione adolescenziale. E’ come una forma di ringiovanimento, il recupero di una pienezza esistenziale, in cui la vita, che le scelte e la grigia routine dell’età adulta limitano irrimediabilmente, può ancora apparire come una grande avventura. Il vitalismo distruttivo, crea poi in chi lo pratica un sentimento di importanza, fa sentire padroni del mondo.

Ribellismo


Un parlamento autoreferenziale, che persegue solo gli interessi e le mediocri ambizioni di gruppi e gruppuscoli, perde la sua fondamentale funzione di espressione e di mediazione degli interessi e dei conflitti di un paese.



I poteri forti o deboli che siano, non trovando sbocco in parlamento, saranno necessariamente perseguiti in forma extraparlamentare e extra-istituzionale. Il risultato di questi zelanti fautori del “ritorno alla politica”, non potrà essere altro che l’ulteriore allargamento dell’area dell’antipolitica e dell’astensione se non la piena legittimazione di un ribellismo che potrebbe assumere forme violente.